Nuovi risvolti sul caso di Mario Eutizia, il badante killer di 48 anni che lo scorso 22 agosto ha confessato, ai Carabinieri di Caserta prima e alla Procura di Santa Maria Capua Vetere dopo, di aver ucciso quattro anziani che stava accudendo, tra il 2014 e il marzo scorso, di cui uno a Vibonati, uno a Casoria e altri due a Latina.
Dopo aver acquisito gli atti dalla Procura casertana, il sostituto procuratore di Latina, dove sarebbero stati commessi i primi due omicidi 10 anni fa, ha deciso per la riesumazione di uno dei cadaveri degli anziani uccisi, per poter accertare la veridicità della confessione di Eutizia. Si tratta del 96enne di Vibonati, Gerardo Chintemi, l’ultimo in ordine di tempo a morire per mano del 48enne napoletano, che, secondo la sua confessione, gli avrebbe somministrato un mix di farmaci “per non farlo soffrire più”, anche se, come già precisato dalla famiglia di Chintemi, l’anziano non era malato terminale, ma era affetto da demenza senile e altre patologie, non in condizioni tali dunque da indurre il badante, come da lui stesso dichiarato, a porre fine alle sue sofferenze in quanto in fin di vita.
Gli esami scientifici serviranno a capire se le rivelazioni di Eutizia siano fondate e purtroppo sarà possibile effettuarli soltanto sul corpo di Chintemi in quanto gli altri tre cadaveri sono stati cremati dopo il decesso.
Il badante killer, soprannominato ormai dalla stampa nazionale come l’ “Angelo della Morte”, resta in carcere a Santa Maria Capua Vetere, mentre i suoi legali attendono che il Gip del Tribunale di Latina convalidi o meno la misura cautelare e così decidere se far ricorso al Riesame o chiedere il ricovero presso una struttura autorizzata. Eutizia, infatti, è affetto da una patologia terminale.