Alle tre del mattino di domenica 19 marzo la stazione ferroviaria di Sapri dice addio al D.c.O. l’ufficio del dirigente centrale operativo che si occupava di gestire la circolazione dei treni dagli scambi di Battipaglia agli scambi di Sapri. Ubicato in una palazzina nell’area nord della stazione era da anni visitato anche dalle scolaresche grazie alle associazioni del dlf e Rinascita di Sapri che mostravano così quello che era un vanto delle ferrovie dello stato i9naugurato nei primi anni ’90. Nei giorni scorsi ha avuto luogo L’ultima visita guidata alle apparecchiature tecnologiche e ai servizi di questo centro prima della sua dismissione. Per l’ultima volta degli alunni hanno ascoltato con attenzione chi spiegava il ruolo di questo ufficio in grado di sostituire in maniera più moderna il vecchio capostazione e in grado di telecomandare e tele controllare quasi 200 km di linea . Dalle prime ore di domenica verrà dismesso per essere trasferito a Reggio Calabria. E’ questo uno degli ultimi atti rientranti nel progressivo indebolimento della stazione di Sapri che negli ultimi anni ha detto addio prima all’unità territoriale e poi al reparto movimenti entrambi passati a Paola. Se dal punto di vista della circolazione dei treni cambierà poco o nulla, è certamente un peccato la perdita di questa ulteriore funzione per una stazione come quella di Sapri ancora importante , soprattutto, visto che è snodo tra tre regioni. Ma la ferita più grande è sicuramente legata al personale che era impiegato presso il Dco saprese, circa una ventina di persone, 16 effettive 4 di scorta che ora, a parte i pochi che potranno andare in pensione, verranno trasferiti alcuni a Napoli ed alcuni perfino nella lontana Reggio Calabria. E non può non balzare agli occhi il paradosso di una cittadina che si batte per entrare ancora di più nella modernità, con la trattativa per l’introduzione dei treni dell’alta velocità che va avanti mentre dall’altra parte deve fare i conti con una progressiva dismissione di strutture e funzioni. “Purtroppo dobbiamo fare i conti con i tempi attuali- ha detto Mario Fortunato membro del direttivo nazionale di cittadinanzattiva e ex ferroviere- le nuove tecnologie impongono la perdita di posti di lavoro. Ma noi possiamo recuperarli in nuovi settori come ad esempio nella rinascita delle vecchie stazioni sotto forma di accoglienza o ancora sui nuovi freccia rossa. E’ una sfida che dobbiamo affrontare!”.