Revocate le deleghe all’assessore di Vallo della Lucania Nicola Botti. La notizia era nell’aria. Giovedì il sindaco Antonio Sansone ha firmato il decreto con cui ha estromesso Botti dalla giunta e ha avocato a sè gli incarichi a lui conferiti nei settori Contenzioso, Personale, Affari generali, Protezione Civile e Servizi Cimiteriali. Nella stringata nota che arriva da Palazzo di Città emerge solo che il provvedimento, dall’effetto immediato, nasce per “l’impossibilità di proseguire oltre la comune azione amministrativa”. Sulla questione poi si sono chiuse in un silenzio ufficiale entrambe le parti ma la crisi è stata vissuta pubblicamente con passaggi e dichiarazioni anche forti rese sui social e in consiglio comunale tanto che è facile ricostruire i precedenti dello strappo. Tutto è partito dalla trasformazione del Piano di Zona in Consorzio Sociale con Botti sentitosi bypassato, dopo il lavoro compiuto sul tema, dalla decisione del sindaco di rinviare la seduta del consiglio comunale in cui la questione era in discussione . Poi si è acuito a causa della decisione di Botti di non arretrare e di richiedere, assieme ai consiglieri Moscatiello e Miraldi, di nuovo la convocazione del consiglio Infine la resa dei conti nell’assise con accuse forti e pesanti da ambo le parti che ha reso palese la fine del rapporto di fiducia. Dietro al malcontento di Botti anche un diverso orientamento del sindaco nei rapporti politici, in primis con l’opposizione di Ametrano, che se interpellato pare potrebbe essere pronto per senso di responsabilità ad un accordo. sembra inoltre che sia molto vicino un riappacificamento di Sansone con il consigliere di maggioranza fuoriuscito qualche tempo fa Pietro Miraldi. Gli accordi sarebbero necessari per la tenuta del governo cittadino. Da questo punto di vista importante è capire cosa farà ora la consigliera Moscatiello, vicina a Botti nella protesta ma non toccata dal provvedimento di revoca delle deleghe disposto dal sindaco.
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