Pene più severe per chi maltratta gli animali, ma c’è chi chiede di più. Da oggi, 1° luglio, è in vigore una nuova legge, approvata in Senato lo scorso 29 maggio, che rafforza la tutela degli animali.
Tra le novità, spiccano l’inasprimento delle multe e delle pene detentive: chi organizza eventi o competizioni che comportano violenze sugli animali rischia ora una sanzione fino a 30.000 euro. Più gravi anche le conseguenze per chi ne uccide uno: il carcere potrà arrivare fino a 4 anni, con una multa fino a 60.000 euro. Un altro punto riguarda la protezione della fauna selvatica e delle specie protette: chi ne causa l’uccisione, la cattura o la detenzione rischia l’arresto fino a un anno e un’ammenda fino a 8.000 euro.
La legge porta il nome della parlamentare animalista del partito “Noi Moderati”, Michela Vittoria Brambilla. Alcuni definiscono questa norma un cambiamento storico, altri, invece, non sono del tutto soddisfatti. Per l’avvocatessa Enrica Ferricelli, membro della sezione valdianese dell’OIPA – Organizzazione Internazionale Protezione Animali –, la nuova normativa rappresenta soltanto un piccolo passo avanti dato che, attualmente, non sono adeguatamente puniti coloro che maltrattano gli animali. Un pensiero che – ha detto – riflette quello di Alleanza Verdi e Sinistra e del Movimento 5 Stelle.
Il provvedimento ha, quindi, acceso un dibattito politico tra i partiti di maggioranza, che hanno sostenuto la legge, e quelli di minoranza: se si tratti di una svolta nella lotta contro il maltrattamento degli animali o di un’occasione mancata, lo diranno i fatti nei prossimi mesi.
Pasquale Bortone