Studenti, attivisti e sindacalisti hanno fermato Salerno in solidarietà del popolo palestinese chiedendo l’immediata fine del genocidio a Gaza. Un fiume di oltre 2.000 persone con bandiere, striscioni, tamburi e fumogeni per unirsi alla maxi mobilitazione indetta dalla CGIL nazionale. La mattinata è iniziata con tre differenti presidi, in Piazza Amendola, a Santa Teresa e al Porto, per poi convergere tutti insieme nell’area portuale, dove non sono mancati momenti di tensione.
“Fuori Israele dal Porto” le parole d’ordine: la testa del corteo si è così spostata al varco Ponente, premendo per entrare, ma quando la situazione sembrava sotto controllo una parte dei manifestanti ha iniziato a fare pressione e così gli agenti hanno iniziato ad usare manganelli e lacrimogeni, mentre alcuni usavano le aste delle bandiere contro i militari. Alla fine il bilancio è stato di 15 feriti, tra manifestanti e forze dell’ordine, e una donna fermata, rilasciata e poi denunciata per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Ma il caos è stato soltanto una parte della giornata: la mobilitazione a Salerno, così come in tutta Italia, ha voluto essere un segnale forte lanciato dalle piazze al Governo nazionale.
Al grande coro ProPal si è unito anche il mondo sanitario: il “Ruggi” di Salerno ha aderito al flashmob “Luci sulla Palestina” per rendere omaggio ai 1.677 medici, infermieri e soccorritori uccisi a Gaza.