Capaccio, presunto voto di scambio politico-mafioso. Squecco va ai domiciliari.

Quattro ore di interrogatorio e poi la decisione del gip. Roberto Squecco, l’imprenditore di Capaccio coinvolto nell’inchiesta sul presunto scambio elettorale politico mafioso per le elezioni amministrative 2019 che decretarono la vittoria di Alfieri, è uscito dal carcere di Fuorni.  Per lui sono stati infatti disposti i domiciliari, come aveva chiesto il suo legale a margine dell’interrogatorio. A determinare la decisione del giudice anche le condizioni di salute di Squecco che attualmente si trova dunque ristretto a Montoro nell’avellinese. Nei giorni scorsi erano stati disposti i domiciliari anche per il vigile urbano di Capaccio Antonio Bernardi che era stato accusato di aver minacciato Alfieri per conto di Squecco, mentre la moglie dell’imprenditore Stefania Nobili e l’ex assessore Maria Rosaria Picariello sono tornate in libertà e Alfieri resta ai domiciliari. Questa inchiesta è nata dall’ipotesi di un patto corruttivo tra Squecco e Alfieri per la vittoria elettorale di quest’ultimo ruotante attorno alle sorti del lido Kennedy di proprietà di Squecco. Proprio il suo abbattimento avrebbe determinato la fine dei buoni rapporti tra l’imprenditore e il politico spingendo il primo a progettare con l’aiuto di un gruppo criminale di Baronissi un attentato dinamitardo nei confronti di Alfieri, poi non avvenuto a causa della mancata intesa sul compenso da elargire per il crimine.