Pronta la marcia su Roma per scongiurare l’ormai prossima soppressione del Tribunale di Sala Consilina. I sindaci dei 19 comuni del Vallo di Diano mercoledì mattina occuperanno l’ingresso di Palazzo Chigi, nella speranza di essere ricevuti dal premier Enrico Letta o dal Vice Angelino Alfano. L’auspicio è che prima che scocchi l’ora x, venga abrogato il provvedimento di chiusura del presidio giudiziario salese, che prevede, dal prossimo 13 settembre, l’accorpamento al palazzo di Giustizia di Lagonegro, dunque, fuori Regione, fuori Provincia e fuori Corte di Appello. E mentre si studiano nel dettaglio le iniziative da portare in piazza a Roma, in via Tressanti rimane attivo il presidio di protesta. Avvocati, associazioni, comitati, rappresentanti dei diversi ordini professionali, semplici cittadini, come ormai avviene da una settimana, sono rimasti in strada per difendere il loro orgoglio: un palazzo giudiziario da loro stessi definito “un motivo di vanto nazionale per efficienza e modernità”. Intanto mentre rimane alta l’attenzione sul futuro del presidio giudiziario in queste ore ad infittire ulteriormente le preoccupazioni è stata anche un’altra notizia, pare più che fondata. Dopo il Tribunale, rischia anche il carcere. Anche la casa circondariale di via Gioberti, infatti, sarebbe destinata a scomparire nel giro di pochissimo tempo. Il ministro Cancellieri nel ribadire l’applicazione della riforma della geografia giudiziaria nazionale, ha annunciato un colpo sull’ acceleratore per quanto concerne l’iter per la soppressione delle carceri che ospitano un numero esiguo di detenuti. Sala Consilina, anche in questo ennesimo caso, sembrerebbe essere ai primi posti della graduatoria.
Roberta Cosentino