Fare amicizia, condividere un interesse, innamorarsi e parlare: oggi si fa attraverso la rete e la vita sociale, oramai, si consuma quindi sul Web, sui social-network appunto, ma anche attraverso i blog. Sono mille i modi per “esserci” in un mondo che non si tocca. Quante persone però leggono, vedono e sanno quel che ti accade? E tra queste, purtroppo, c’è chi ha interesse ad avere contatti malati con minori: un fenomeno, quello dell’adescamento di ragazzi, dell’abuso e della violenza, sempre più esteso, specialmente su facebook, dove la privacy non esiste e dove l’estrema confidenza che i giovani hanno con la tecnologia li conduce talvolta a valicare i confini della prudenza.
La manipolazione che soggetti adulti compiono sul web per avvicinare adolescenti è prepotentemente diventato un oggetto di attenzione da parte della società. Ma secondo uno studio condotto in Campania, da Ipsos, per Save the Children, non è solo la piattaforma virtuale ad essere percepita come metropoli pericolosa. Il 91% dei genitori campani, infatti, pensa che i propri figli minori corrano il rischio di essere oggetto di comportamenti inappropriati da parte di adulti, lì dove trascorrono la gran parte del loro tempo. A far più paura è la scuola; ci sono poi i centri sportivi, gli oratori e le parrocchie; e tutti gli altri contesti aggregativi e associativi considerati luoghi potenzialmente non sicuri.
Caterina Guzzo