Emergono dati poco incoraggianti per la Campania nel nuovo report PENDOLARIA di Legambiente. Treni vecchi, ritardi frequenti, stazioni abbandonate, pochi investimenti: la Regione è “tartaruga” nella transizione ecologica del trasporto su ferro. Nel dossier presentato ad Avellino, la Campania purtroppo non eccelle: centinaia di migliaia di cittadini soffrono quotidianamente dei problemi legati al trasporto ferroviario, non adeguato alle loro esigenze e pieno di problemi di accessibilità, orari e frequenze.
Da quel che emerge, in Campania 266 treni in circolazione hanno un’età media di 19 anni, ben lontana dalla media nazionale, e sebbene i viaggiatori al giorno sui treni regionali siano aumentati i numeri non raggiungono quelli pre-pandemici. Come spiegato da Legambiente Campania, non basta realizzare nuove infrastrutture se a questo non seguono finanziamenti sulle linee esistenti e un’offerta adeguata, con corse frequenti, orari più ampi, stazioni moderne e presenziate e tariffe accessibili. Come evidenziato, in Italia il trasporto su ferro resta un tema secondario, che il prossimo anno, come proposto dal Governo, potrebbe essere vittima di tagli, mentre c’è un’inadeguata attenzione da parte delle Regioni, che dovrebbero individuare risorse nel proprio bilancio da aggiungere a quelle statali.
La non notizia che arriva invece da PENDOLARIA è la conferma che tra le linee peggiori a livello nazionale ci sono le ex linee Circumvesuviane e la Salerno – Avellino – Benevento, diventate ormai simbolo del degrado del trasporto pubblico in Campania: i viaggiatori hanno ormai perso la fiducia nel trasporto su ferro e si affidano sempre più a quello su gomma, con gravi ripercussioni anche sull’ambiente e il clima.

