Pusher 2.0. Acquistavano infatti la droga in bitcoin tramite i social network per ovviare alle restrizioni del periodo di emergenza Covid. All’alba di stamane c’è stato l’epilogo di una vasta inchiesta di rilevanza nazionale coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lagonegro che nel corso del tempo ha portato in tutta Italia all’arresto in flagranza di reato di 103 persone e al deferimento in stato di libertà di altre 84 per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti . Oltre 100 chili di sostanze stupefacenti , 60 chili di marijuana; 50 chili di hashish; 800 grammi di eroina, 800 grammi di cocaina; 200 grammi di ecstasy; 100 grammi di metanfetamina; e 100 grammi di chetamina provenienti dalla Spagna e dall’Olanda, sono state sottoposte a sequestro dall’inizio dell’inchiesta. Stamane invece come ultimo atto sono state eseguite 34 perquisizioni personali, domiciliari e veicolari. Nel corso delle indagini è emerso che una nuova forma di approvvigionamento della sostanza a causa delle restrizioni Covid. i pusher acquistavano la droga nel dark web tramite canali dedicati su “Instagram, Facebook e Telegram”, concretizzando il pagamento con criptovaluta Bitcoin, priva di ogni tracciabilità, e ricevendo la sostanza stupefacente direttamente in casa, consegnata da ignari impiegati dei principali vettori di corriere espresso anche perché nascosta spesso all’interno di confezioni di genere alimentare, quali ad esempio biscotti, cereali e frutta secca, che venivano nuovamente sigillate, cosparse di essenze odorose per confondere il fiuto delle unità cinofile, e tenute in fresco grazie a confezioni di ghiaccio gel a lunga durata. . Le indagini hanno avuto inizio proprio a Lagonegro quando, in pieno lockdown, i carabinieri del Nucleo Operativo hanno effettuato un sequestro, a carico di un giovane lagonegrese, di circa un chilogrammo di hashish e marjuana contenuto all’interno di un plico postale proveniente dalla Spagna, regolarmente consegnato da un corriere autorizzato, ignaro del contenuto. Gli inquirenti da qui sono riusciti poi a risalire ai mittenti e alle modalità di approvvigionamento della droga provenienti dalla Spagna ed in particolare da Madrid e Barcellona e dall’Olanda, svelando la ramificata organizzazione che immetteva grandi quantità di stupefacente nell’intera penisola. Sono 27 gli arresti e 23 le persone deferite in stato di libertà in Italia del Nord; 27 arresti e 24 persone deferite in stato di libertà in Italia centrale; 49 arresti e 38 persone deferite in stato di libertà in Italia del Sud e Isole.