Si aprirà il prossimo 2 ottobre davanti alla Corte d’Assise di Salerno il processo a carico del 62enne Kai Dausel, accusato del femminicidio della compagna Silvia Nowak, il cui corpo venne trovato semi-carbonizzato nella pineta di Ogliastro Marina, a Castellabate, ad ottobre dello scorso anno. L’uomo, a seguito di complesse indagini, venne arrestato a dicembre del 2024 e dopo il passaggio nel carcere di Vallo della Lucania è attualmente detenuto nel penitenziario di Ariano Irpino, dove nei mesi scorsi ha persino avviato uno sciopero della fame per chiedere di essere ascoltato dai magistrati vallesi che coordinano le indagini, per professare la sua innocenza.
Secondo l’accusa, però, ci sarebbero elementi sufficienti per ritenere il 62enne responsabile dell’omicidio della compagna e anche del tentativo di distruggerne il corpo con il fuoco per poi simularne la scomparsa. “Bisogna fare luce sui punti oscuri di questa vicenda” l’auspicio del suo legale, che ha sempre contestato la ricostruzione degli inquirenti ed è pronto a dar battaglia durante il processo a favore del suo assistito, avvalendosi delle consulenze di un medico legale, un criminologo e uno psichiatra forense.
Il processo dovrà dunque stabilire se Dausel sia colpevole o estraneo alla vicenda, rimbalzata all’attenzione anche delle cronache nazionali e che ha scosso non poco la comunità di Castellabate, dove Silvia Nowak con il compagno aveva deciso di trasferirsi dalla Germania.