Incarico ad una parente alla Comunità Montana Vallo di Diano. 3 richieste di rinvio a giudizio.

Tre richieste di rinvio a giudizio sull’inchiesta scattata agli inizi del 2021attorno all’affidamento di un incarico alla Comunità Montana Vallo di Diano ad una cugina del Presidente . A novembre l’udienza preliminare che dovrà  decidere sull’avvio o meno del processo per tre dei sei indagati, il presidente dell’ente montano Francesco Cavallone, Beniamino Curcio, che in quanto  direttore del Servizio Agrario e Forestale della comunità montana e responsabile del procedimento firmò l’affidamento, e la beneficiaria dell’incarico. Archiviate invece le posizioni degli altri tre indagati, il segretario generale della Comunità Montana Lucio Pisano e gli assessori Antonio Pagliarulo e Gaetano Spano. Cavallone  divenne presidente della Comunità Montana nel gennaio 2021. A questi primi mesi risale la vicenda dopo che la giunta assegnò con procedura diretta ad una cugina entro il quarto grado di Cavallone l’incarico per la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica relativo al secondo stralcio del Piano di Forestazione 2021 per un valore di 15 mila euro.  A Cavallone in particolare è stato contestato di non essersi astenuto, come prevede la legge, nell’approvazione della delibera, nonostante il grado di parentela.  Il fatto divenne di dominio pubblico dopo che nel settembre 2022 scattarono delle perquisizioni sia presso la sede dell’ente montano che presso le abitazioni di alcuni degli indagati. In quel frangente vennero anche sequestrati i cellulari di Cavallone e Curcio. L’ipotesi di reato per cui si sta procedendo è di abuso d’ufficio. I tre indagati sono accusati di aver intenzionalmente procurato un vantaggio ingiusto alla imprenditrice. Solo  il 28 novembre però si deciderà se le accuse sono tali da determinare il rinvio a giudizio e dunque l’avvio del processo.