Capaccio-Paestum torna alle urne. In 15 si dimettono, arriva il commissario. Fine dell’era Alfieri nel Cilento.

Oggi le dimissioni dei consiglieri di maggioranza, e probabilmente già domani , la nomina del commissario prefettizio. A Capaccio Paestum può ritenersi sciolto il consiglio comunale. Tutti e quindici i componenti dell’amministrazione, eletta nel giugno 2024, firmeranno le rispettive dimissioni davanti al notaio. Un atto che porrà fine al governo del sindaco Franco Alfieri e , a questo punto,anche il dibattito in corso sulla validità o meno delle dimissioni firmate nei giorni scorsi dal primo cittadino, ancora agli arresti domiciliari, come gli altri cinque indagati per i presunti appalti truccati. Una vicenda giudiziaria che ha dettato la fine del consiglio comunale capaccese e dell’ era Alfieri nel Cilento. Nel giro di quattro mesi ( nell’ottobre scorso l’arresto in carcere )  da politico di spicco del salernitano, fortemente sostenuto dal presidente della regione Campania Vincenzo de Luca , è passato ad essere un semplice cittadino che deve difendersi da pesanti accuse, per fatti legati ad appalti relativi alla pubblica illuminazione. Venerdì  il prefetto potrebbe nominare il commissario che dovrà traghettare la città dei templi fino all’elezioni di primavera. Troppo presto per capire che via intraprenderà la maggioranza uscente senza Franco Alfieri, che dopo essere stato sindaco di Torchiara, suo paese d’origine, ha ricoperto la carica di primo cittadino ad Agropoli e poi a Capaccio. Nel giugno scorso la riconferma al primo turno con l’87, 3 % delle preferenze. Delle due liste alternative solo una, quella di  Emanuele Sica, riuscì a strappare un posto per l’opposizione con il 7,5 % dei voti, l’altro avversario  Carmine Caramante si fermò al 5,2 % . Chi sarà l’erede di Alfieri? Troppo presto per una previsione.