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Capitale italiana della Cultura 2021, si candidano anche Padula e Capaccio-Paestum. Dovranno vedersela con grandi e note città.

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C’è anche il basso salernitano tra le  località che hanno deciso di candidarsi a Capitale italiana della Cultura per il 2021. Padula con la sua lunga e affascinante storia, la Certosa trecentesca , il più vasto complesso monastico dell’Italia Meridionale nonché uno dei più interessanti in Europa, il centro storico con l’Ossario dei Trecento e i Musei , multimediale e di Joe Petrosino, e le tante iniziative culturali ospitate, ha deciso di avanzare la candidatura. Stessa azione messa in campo da Capaccio, altro punto di riferimento storico con il sito archeologico di Paestum tra i meglio conservati che attira ogni anno visitatori da tutto il mondo, i suoi musei, le nuove scoperte, gli scavi e gli studi in corso, le mostre e gli incontri culturali. Per il salernitano e  non solo sono già delle culle culturali importanti  ma ora le due realtà cercano il riconoscimento istituzionale da parte del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo che ha istituito il titolo di Capitale della Cultura italiana nel 2014. Entro il 16 dicembre bisognerà rispondere la bando inoltrando la candidatura, a cui seguirà l’invio di un corposo dossier entro il 2 marzo 2020. Una gara non facile per Capaccio e Padula , due sedi di importanti siti Unesco ma pur sempre piccole realtà di periferia. Ad annunciare la candidatura per il 2021 sono state, anche le città di Pisa, Ferrara, Trani, Volterra, Pordenone, L’Aquila, Livorno, Scicli. Insomma una bella lotta , per cui le salernitane dovranno impegnarsi molto tanto più se si pensa che negli anni precedenti a rivestire il titolo sono state realtà come Ravenna, Palermo, Lecce, Siena, Mantova e che per il 2020 è già stata scelta Parma. Paestum e Padula non hanno tuttavia nulla da invidiare ad altre località più grandi e blasonate. Anzi, la città valdianese, conta anche sulle proprie dimensioni. “Il tessuto territoriale italiano, come riportato nella Delibera di Giunta n. 203 del 6.12.2019,  - dicono dal Comune- si caratterizza essenzialmente per la presenza di comuni medio-piccoli, sicché il riconoscimento di Capitale della Cultura di un comune medio-piccolo come quello di Padula può rappresentare un segnale importante nella valorizzazione delle piccole realtà locali.”

Daria Scarpitta

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