Rofrano, sospetto omicidio; rintracciata la badante moldava.
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- Pubblicato Mercoledì, 30 Dicembre 2020 15:07
Si terrà il prossimo 8 gennaio l’autopsia sul corpo dell’88enne di Rofrano, Maria Cristina Speranza. La decisione è stata assunta dopo che è stato emesso il decreto di irreperibilità per la badante 36enne moldava. Un atto dovuto per consentire alla donna, unica indagata per la morte dell’anziana, di difendersi e di nominare un consulente per l’esame autoptico visto che subito dopo aver accompagnato l’88enne in ospedale aveva fatto perdere le sue tracce. Ora è stato accertato che la donna è tornata in Moldavia. Con ogni probabilità ci vorrà dunque una rogatoria internazionale per il prosieguo di tutta la vicenda da un punto di vista giudiziario.
Il fatto ha scosso l’intera comunità cilentana. Maria Cristina Speranza era arrivata in ospedale a Vallo della Lucania in gravi condizioni il 13 dicembre scorso per un sospetto ictus. A portarla erano state la badante e una figlia della donna. Ma proprio qui i medici si sarebbero accorti che l’anziana si trovava in quelle condizioni per cause traumatiche, possibili percosse subite. È stato allora che la figlia dell’anziana ha ricordato che la madre le aveva accennato di aver subito maltrattamenti dalla badante, inviata da un’agenzia e che viveva con lei da pochi mesi. Piccoli cenni a cui non aveva dato subito peso non trovando riscontri, neppure sul fisico dell’anziana. Dopo dieci giorni in rianimazione e un intervento chirurgico Maria Cristina Speranza è deceduta.
Subito è scattata la denuncia da parte dei familiari, ma la badante nel frattempo si era già dileguata, tornando, come si è poi appurato in un secondo momento, nel suo paese d’origine. Ora dopo aver messo in campo tutti gli adempimenti burocratici, si attende che l’8 gennaio venga espletata l’autopsia che dovrà fornire ulteriori elementi per chiarire quanto effettivamente accaduto.
Daria Scarpitta
Rofrano, anziana picchiata e deceduta. Latitante la badante moldava.
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- Pubblicato Lunedì, 28 Dicembre 2020 13:17
Si cerca di rintracciare la moldava 36enne che faceva da badante a Maria Cristina Speranza, l’88enne di Rofrano morta mercoledì scorso all’ospedale di Vallo della Lucania forse proprio a causa delle percosse subite. Una storia da far accapponare la pelle, scoperta grazie ai medici del “San Luca”. Sono stati loro a rendersi conto che quella signora arrivata per un sospetto ictus in realtà poteva essere stata vittima di violenza. Tutto è accaduto nel giro di pochi giorni.
Il 13 dicembre Maria Cristina Speranza è stata accompagnata dalla badante e dalla figlia presso l’ospedale vallese. Non stava bene. Si pensava ad un possibile ictus, vista anche l’età della donna. Una serie di accertamenti e subito i medici hanno ritenuto che quanto accaduto alla 88enne non fosse dovuto a cause naturali ma di tipo traumatico. Il 17 dicembre i familiari, appresa la notizia, hanno sporto denuncia presso la stazione dei carabinieri di Marina di Camerota agli ordini del comandante Francesco Carelli, ma della badante si erano già perse le tracce. Nel frattempo l’anziana è stata sottoposta anche ad un’operazione per poterla salvare, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Dopo dieci giorni in terapia intensiva è deceduta il 23 dicembre scorso.
Sulla vicenda la Procura di Vallo della Lucania ha aperto un ‘inchiesta. È stata sequestrata la salma e acquisita la cartella clinica ma per il momento non c’è ancora una data per l’autopsia, che dovrebbe servire a chiarire quello che è davvero successo. Per espletarla è necessario che l’esecuzione dell’esame venga notificato anche alla badante che al momento è indagata per i fatti accaduti. La 36enne però è irreperibile. Si teme che nei pochi giorni dal ricovero della donna al momento in cui i familiari hanno sporto denuncia sia riuscita perfino ad uscire dal territorio italiano e rientrare nel suo paese d’origine. La donna da alcuni mesi si occupava dell’anziana di Rofrano. Viveva con lei giorno e notte in cambio di vitto, alloggio e di un mensile. I figli dell’88enne vivono quasi tutti al Nord. L’unica più vicina risiede a Camerota. È stata lei che faceva visita regolare alla madre ad accorgersi che non stava bene e a portarla in ospedale. Nei giorni precedenti l’anziana le aveva parlato di maltrattamenti. Si deve ora appurare se la badante abbia approfittato dello stato di fragilità e di bisogno della 88enne. Nelle prossime ore dovrebbe essere emanato il decreto di irreperibilità e verranno avviate tutte gli atti burocratici per consentire l’espletamento dell’esame autoptico.
Daria Scarpitta
Camerota, appalti truccati e corruzione: 39 indagati a progetto.
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- Pubblicato Mercoledì, 23 Dicembre 2020 13:37
Tutti rinviati a giudizio i 39 indagati nell’ambito dell’inchiesta Kamaraton che scoprì nel 2019 un sistema di gestione clientelare e affaristico al Comune di Camerota relativo al periodo 2012-2017. Ieri mattina si è svolta l’udienza preliminare presso il Tribunale di Vallo durante la quale si è deciso dell’avvio del processo per tutte le persone coinvolte, dai noti amministratori, gli ex sindaci Antonio Romano e Antonio Troccoli e gli ex consiglieri Ciro Troccoli, Michele Del Duca e Rosario Abate, al commercialista Ferando Cammarano, ai funzionari e dipendenti comunali come Giuseppe Occhiati, che venne beccato poco dopo l’operazione Kamaraton mentre intascava una mazzetta in cambio del rilascio di un documento, ai vigili urbani e agli imprenditori del posto finiti nelle carte. Tre indagati, tutti dipendenti della Soget, hanno scelto il rito abbreviato. Ed in effetti il numero totale degli indagati nell’inchiesta è di 42. Per tutti gli altri 39 il processo avrà inizio il prossimo 4 marzo 2021. In realtà per i 4 indagati che erano in custodia, i Troccoli, Romano e Del Duca il giudice stabilì già precedentemente di giudicarli già con rito immediato saltando l’udienza preliminare. Ora questo nuovo processo relativo ad ulteriori accuse. I reati contestati vanno dalla corruzione al peculato dalla turata libertà degli incanti al falso e all’abuso d’ufficio. Diversi gli episodi ricostruiti dai Carabinieri della Compagnia di Sapri coordinati dalla procura di Vallo della Lucania: favori ad amici e parenti, assunzioni clientelari, multe annullate sempre in vista di qualcosa, spese pazze, concessioni illegittime. Tutte situazioni che hanno permesso di parlare di un sistema consolidato che portava vantaggio a chi era dalla parte dell’amministrazione e che sfruttava la presenza e il ruolo all’interno del Comune per poter pilotare gare, assunzioni, concessioni, pass per parcheggi e ormeggi.
Daria Scarpitta
Palinuro, arresti al Genio Civile per mazzette da 1000 euro. L'inchiesta si allarga.
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- Pubblicato Sabato, 19 Dicembre 2020 12:50
Sgomento a Nocera Inferiore, come in tutto il Golfo di Policastro, per l’arresto del responsabile per la Provincia di Salerno del Genio Civile Giancarlo Giordano, beccato assieme ad un funzionario in pensione Vittorio Bartoli mentre intascava una mazzetta di 1.000 euro da un imprenditore di Centola. A Nocera si discute quale sarà il futuro politico di Giordano, da circa 25 anni protagonista in consiglio comunale delle vicende cittadine.
Nel Golfo di Policastro si cerca di capire se quello scoperto sia stato solo un episodio isolato. I soldi erano stati allusivamente richiesti dai due per chiudere un occhio in favore dell’imprenditore edile rispetto ai lavori di sistemazione idraulica del fiume Lambro che la sua ditta stava svolgendo dopo l’alluvione dei giorni precedenti. Giordano e Bartoli avrebbero assicurato un riguardo particolare all’uomo anche per futuri lavori e non avrebbero mancato di prospettare eventuali problemi qualora la richiesta non fosse stata esaudita. La consegna del denaro era invece avvenuta a Palinuro, dove i funzionari si erano recati con la propria auto privata, in quella che si è rivelata una vera e propria trappola orchestrata dall’imprenditore assieme ai Carabinieri della Stazione di Centola, al comando del maresciallo Giuseppe Sanzone, a cui l’uomo si era rivolto per denunciare il tentativo di corruzione. Pare che nell’auto i militari abbiano rinvenuto anche dei cesti natalizi.
Ora si attende che venga fissata l’udienza di convalida. Con ogni probabilità si terrà agli inizi della prossima settimana e da qui scaturirà poi tutto il resto, compresi gli interrogatori di garanzia. La volontà di Giordano di parlare con il giudice sarebbe stata espressa dal suo avvocato che ha detto di averlo trovato molto provato e sconcertato per quanto accaduto. L’udienza di convalida potrebbe segnare anche il destino politico di Giordano che, già spina nel fianco dell’amministrazione Torquato che aveva appoggiato e da cui nell’ultimo tempo si era allontanato, potrebbe essere sospeso dal Prefetto sino al termine della misura restrittiva. Il posto gli verrbbee però conservasto, a meno che non decida autonomamente di dimettersi.
Da chiarire c’è anche il perché della presenza di Bartoli, funzionario in pensione ma che pare ancora collaborasse con il Genio Civile. Le indagini continuano. Sotto la lente di ingrandimento ci sono proprio i lavori seguiti da Giordano e Bartoli. Un lavoro consistente. Giordano si occupava delle emergenze idrogeologiche di tutta la provincia di Salerno. Si spera anche che qualcuno alla notizia di quanto accaduto possa farsi avanti e raccontare eventuali altri episodi del genere avvenuti.
Daria Scarpitta
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