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Il torrente esonda e ingoia l’auto su cui viaggiava. Desireè Quagliarella è morta affogata. Salvo il cognato. Domani i funerali della 26enne a Stio Cilento.

Desirée Quagliarella: il dramma della ragazza morta travolta dal torrente

Il torrente in piena ha travolto l’auto su cui viaggiava insieme al cognato. Lei è morta affogata, lui è riuscito a salvarsi aggrappandosi ad una pianta. È quanto accaduto mercoledì pomeriggio ad Albanella durante un violento temporale che si è abbattuto sulla Piana del Sele. Il torrente è esondato e ha travolto la macchina che stava percorrendo la strada antistante il fiumiciattolo nei pressi di un ponticello. L’auto è finita nel torrente in piena. La ragazza Desireè Quagliarella di 26 anni, evidentemente, non ha avuto il tempo né la forza per provare a tornare a galla. La vettura è stata subito individuata dai soccorritori, ma al suo interno non c’era la ragazza. Il suo corpo è stato trovato senza vita dopo un’ora e mezza circa di ricerche. A trovarlo sono stati due residenti del posto che hanno voluto partecipare volontariamente alle ricerche. La dinamica dell’incidente e la causa del decesso sono apparse da subito chiare. La Procura ha subito rilasciato la salma ai familiari per i funerali che saranno celebrati venerdì alle 10:00 a Stio Cilento, paese di cui Desireè era originaria. Da un po’ di tempo conviveva ad Albanella con il fidanzato. Si sarebbero dovuti sposare a settembre ma per via dell’emergenza Covid l’avevano rinviato di un anno. Lascia i genitori - il padre è un Carabiniere in pensione - due sorelle e l’uomo con il quale aveva deciso di trascorrere il resto della sua vita. Un amore spezzato da un drammatico destino.

 

Antonietta Nicodemo

Buonabitacolo, Omicidio Pascuzzo. Il Pubblico Ministero presenta appello.

Omicidio Pascuzzo a Buonabitacolo: condanna a 18 anni per Lapenta

La Procura di Lagonegro ha presentato ricorso in appello contro la condanna in primo grado a 18 anni di Karol Lapenta, reo confesso dell’omicidio del coetaneo Antonio Pascuzzo.  Si attende dunque che venga fissata l’udienza per il processo di secondo grado sul terribile delitto avvenuto il 6 aprile 2018 a Buonabitacolo. Il Pubblico Ministero che già durante il processo a Lagonegro aveva chiesto, assieme all’avvocato delle parti civili, l’ergastolo per  il giovane di origini polacche punta alla revisione delle sentenza di primo grado che invece non aveva  riconosciuto due delle tre aggravanti contestate, in particolare la premeditazione e la crudeltà, e aveva comminato 18 anni di reclusione a per l’omicidio. Nel processo di primo grado erano emersi i rapporti tra Lapenta e Pascuzzo, due giovani, l’uno all’epoca dei fatti 18enne e l’altro 17enne, entrambi di origini straniere, il primo arrivato dalla Polonia e adottato ad 11 anni, il secondo da poco tornato a vivere a Buonabitacolo dal padre dopo aver trascorso l'infanzia in Perù con la madre. Due ragazzi che abitavano nello stesso paese ma che non si frequentavano se non per la cessione di piccole quantità di marijuana come doveva avvenire anche in quella  terribile sera in cui si consumò il delitto. Il movente dell’omicidio infatti è stato sempre ricondotto alla volontà di Lapenta di appropriarsi di tutta la marijuana che Pascuzzo deteneva per lo spaccio, pur non avendone il denaro, un’azione però secondo i giudici di primo grado, non premeditata ma, decisa nel giro di una mezz’ora da quando i due avevano cioè, come dimostrano i tabulati telefonici, preso appuntamento. Queste conclusioni, però, che tenevano conto anche della difesa di Lapenta la quale ha sempre sostenuto l’incapacità di intendere e di volere del giovane, il suo disagio psichico e la mancata sussistenza di due aggravanti, non hanno mai collimato con la posizione del Pubblico Ministero che ha deciso di fare appello. In questo nuovo processo Karol Lapenta, al momento trasferito dal carcere di Potenza, non sarà più accompagnato dall’avvocato Michele Di Iesu, il legale che fino  ad ora lo ha seguito.

 

Daria Scarpitta

Morte Casalnuovo, la sentenza definitiva della Cassazione. Assolto il Maresciallo Cunsolo.

La morte di un ragazzo e quel calcio alla giustizia – La Voce di New York

La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione del maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo in merito alla morte del giovane di Buonabitacolo Massimo Casalnuovo avvenuta nel 2011. Nella serata di ieri la pronuncia definitiva della Suprema Corte. Si chiude così un’annosa vicenda che aveva diviso a lungo gli animi sul territorio valdianese. Cunsolo era già stato assolto dal Tribunale di Sala Consilina, poi era stato condannato in secondo grado  e, per decisione della Cassazione, era stato sottoposto ad un nuovo processo di secondo grado da cui era uscito ancora una volta con l’assoluzione. Il procuratore generale non aveva presentato opposizione alla sentenza d’appello ma la famiglia di Casalnuovo aveva deciso di rinnovare le proprie ragioni presentando ricorso. Adesso dunque  si attendeva la terza e ultima pronuncia e nella giornata di ieri la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalle parti civili confermando l’assoluzione piena  per il maresciallo. Massimo Casalnuovo morì ad un posto di blocco dei carabinieri, cadde dal suo scooter battendo la testa fatalmente. Il maresciallo, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Buonabitacolo e oggi in servizio a Centola-Palinuro, era stato accusato di aver con un calcio determinato lo slittamento del mezzo. Accuse ora definitivamente cadute. “ Si è chiuso un incubo durato nove anni- ha commentato l’avvocato Renialdo Lagreca difensore con l’avvocato Michele Pinto del maresciallo- Rimaniamo sereni, senza manifestazioni di gioia inopportune  visto che la vicenda riguarda un evento luttuoso e drammatico. Il calvario del maresciallo Cunsolo, però, speriamo che faccia comprendere a tutti che i processi non si celebrano in piazza, nelle strade o sui social ma in tribunale e nei palazzi di giustizia dove è consentito  alle parti di dire “mi oppongo”  e a ciascuno di rappresentare la propria opinione”.

 

Daria Scarpitta

Sala, morta a 22 anni dopo un intervento per dimagrire. Oggi l'autopsia sul corpo di Rosaria.

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Solo l’autopsia potrà stabilire esattamente cosa ha causato la morte di  Rosaria Lobascio Intanto la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore ha già iscritto nel registro degli indagati 11 persone. A ricevere l’avviso di garanzia sono stati altrettanti medici con i quali la 22 enne di Sala Consillina  era stata in contatto durante e dopo l’intervento chirurgico, a seguito del quale è deceduta. La studentessa salernitana ha perso la vita a distanza di pochi giorni dall’operazione chirurgica per la riduzione dello stomaco alla quale si era sottoposta per perdere peso. Tutti e 11 gli indagati sono accusati di omicidio colposo. Dei medici sotto inchiesta 9 sono in servizio presso l’ospedale di Mercato San Severino, dove Rosaria il 30 maggio fu operata. Gli altri due, invece, erano di turno al pronto soccorso dell’ospedale di Polla quando mercoledì sera, della scorsa settimana la giovane salese fu accompagnata dai genitori dopo essersi sentita male mentre era a casa. In quella occasione, pare, gli fu fatta una flebo ed una ecografia e poi dimessa. Il giorno dopo Rosaria morì nell’ospedale di Mercato San Severino a distanza di poche ore da un intervento d’urgenza. “ Una ragazza di 22 anni non può morire in questo modo e per un intervento divenuto ormai di routine – spiega l’avvocato Angelo Paladino che assiste la famiglia della ragazza – è fondamentale attendere l’esito dell’autopsia per stabilire esattamente cosa è accaduto e dove eventualmente sono state compiute delle imprudenze “ . Una tragedia attorno alla quale si unisce l’intera comunità di Sala Consilina a partire dalla sua amministrazione comunale.”Impossibile immaginare il dolore dei genitori – afferma il Sindaco Francesco Cavallone – per la perdita di una ragazza di 22 anni che aveva tutta la vita davanti a sé. Rosaria era una ragazza grande e piena di qualità. Saremo vicini ai familiari anche da un punto di vista giudiziario. Quanto accaduto-conclude il Sindaco – deve essere attentamente vagliato dagli organi inquirenti” . Oggi sarà eseguita l’autopsia e la salma sarà restituita ai familiari per i funerali.

 

Antonietta Nicodemo 

 

 

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