Polla, anziana positiva deceduta al Curto, i familiari presentano denuncia.
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- Pubblicato Sabato, 31 Ottobre 2020 15:02
I parenti dell’anziana di Sala Consilina positiva, morta nei giorni scorsi all’ospedale di Polla, vogliono vederci chiaro sul decesso. Per questo hanno sporto denuncia ai Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina che hanno già provveduto ad acquisire la cartella clinica. La signora Caterina Tuozzo, di 86 anni, era arrivata al Curto di Polla dopo un malore improvviso. Al test fattole all’ingresso era risultata negativa e dunque era stata trasferita nel reparto di Neurologia. Dopo qualche giorno era arrivato però l’esito del tampone: positivo. Una situazione che aveva determinato anche la necessità di chiudere il reparto e mantenere il personale in servizio in attesa di una soluzione: o il trasferimento dell’anziana in una struttura Covid della provincia di Salerno o le sue dimissioni. La vicenda era finita anche all’attenzione dei sindacati che avevano denunciato il fatto che pazienti e personale erano rimasti chiusi per 4 giorni nel reparto. Mentre si proseguiva nel cercare un posto all’anziana negli ospedali Covid, purtroppo è intervenuto il decesso. I familiari vogliono capire se quanto avvenuto durante i giorni del ricovero possa aver compromesso lo stato di salute della donna e in qualche modo determinato la morte. Una decisione assunta dopo che nel corso della settimana si erano svolti anche i funerali dell’anziana. Venerdì però i familiari hanno deciso di ricorrere all’aiuto di un legale di chiedere alle autorità preposte di fare luce su questo decesso: il 17esimo su 18 morti totali avvenute tra cittadini del Vallo di Diano risultati positivi al Covid.
Daria Scarpitta
Sapri, arrestato per le rapine messe a segno a Grosseto. In carcere pluripregiudicato di 47 anni.
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- Pubblicato Sabato, 31 Ottobre 2020 14:33
In pochi mesi ha evaso la sorveglianza speciale e si è reso responsabile di una serie di rapine a Grosseto. Da venerdì scorso è rinchiuso in carcere un pregiudicato napoletano residente da anni nel Comune di Sapri. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Gip di Grosseto a carico di Salvatore Bifolco di 47 anni. L’uomo era sotto sorveglianza speciale per una serie di reati di cui si era reso responsabile negli anni precedenti. Un mese e mezzo fa si è allontanato dalla cittadina salernitana facendo perdere le sue tracce. Era ricercato su tutto il territorio nazionale. Nel frattempo ulteriori indagini hanno consentito di verificare che l’uomo nei mesi scorsi si era reso responsabile di una serie di rapine nel Comune di Grosseto. Secondo gli accertamenti ha agito solo, travisato da mascherina, cappellino ed occhiali. Semplice la dinamica: dopo aver minacciato l’esercente, si faceva consegnare i contanti presenti in cassa e quelli in possesso delle vittime stesse. A farne i danni in particolare una lavanderia di Grosseto, la cui titolare aveva subito due rapine in tre giorni. In poco tempo era diventato un incubo per tutti gli esercenti. Il tre agosto scorso Bifolco è stato rintracciato ed arrestato a Napoli: in quell’occasione le manette sono scattate perché aveva violato la sorveglianza speciale, allontanandosi dal comune di Sapri, da cui non poteva muoversi senza autorizzazione. Si sono così aperte le porte del carcere, dove venerdì è stato raggiunto dall’ordinanza che, condividendo i risultati investigativi dei Carabinieri, ha riconosciuto la sua mano nelle rapine avvenute l’estate scorsa a Grosseto.
Antonietta Nicodemo
Policastro, ditta in odore di camorra. La minoranza attacca: "Comune prepotente. Perché si incaponisce ad affidare sempre alla stessa impresa?".
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- Pubblicato Giovedì, 29 Ottobre 2020 13:58
“Ancora una volta la giustizia ha bacchettato la prepotenza amministrativa del Comune di Santa Marina”. Così il consigliere di minoranza Vincenzo Castaldo commenta la sentenza del Tar che ha censurato l’azione del Comune dopo che per la seconda volta ha assegnato l’appalto per la costruzione del nuovo polo scolastico di Policastro alla ditta in odore di camorra, una volta appreso che questa era stata sottoposta a controllo di un amministratore nominato dal Tribunale. “Proprio non si capiscono - ha detto Castaldo – le oscure ragioni che hanno spinto l’ente comunale ad incaponirsi nell’affidare forzatamente l’appalto alla società a cui aveva già revocato il contratto per una giusta e grave causa”. La vicenda è finita nelle aule giudiziarie dopo che la ditta arrivata seconda ha presentato ricorso vedendo accolte le sue perplessità. La ditta in questione si era detta disponibile a lavorare, al posto della prima a cui era stato rescisso il contratto dopo l’arrivo dell’interdittiva antimafia ma per indisponibilità del Responsabile unico del procedimento il contratto non si era mai concretizzato. Ora il polo scolastico si trova di nuovo senza ditta e il consigliere Castaldo sottolinea i danni che questa vicenda ha comportato per i cittadini e per le casse comunali tra slittamenti dei tempi di realizzazione dell’opera e spese per cause al Tar. “Mi auguro – ha detto ancora il consigliere - che la vicenda venga definita al più presto e che il Comune pensi maggiormente agli interessi dei cittadini”. A fargli eco è anche il consigliere Salvatore Tagliaferri: “Come mai - si chiede - a suo tempo non si sono attesi tutti i certificati preposti invece di farsi riprendere dal prefetto perché la ditta vincitrice era in odore di camorra? Come mai si è voluto a tutti i costi far riprendere a questa ditta lo svolgimento dei lavori? E come mai il responsabile del procedimento non ha voluto destinare i lavorai alla ditta arrivata seconda? Nascono sempre più dubbi sulla realizzazione di questa opera fondamentale e ancora una volta dobbiamo mettere in discussione gli atti con i quali vengono realizzate le opere pubbliche nel nostro Comune. C’è bisogno di uno stravolgimento della classe dirigente per riportare la legalità nel nostro Comune".
Daria Scarpitta
Morte di Simon Gautier. Fissata al 24 novembre l’udienza per l’opposizione della richiesta di archiviazione della Procura di Vallo. I genitori: “Nostro figlio poteva essere salvato”.
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- Pubblicato Mercoledì, 28 Ottobre 2020 15:51
Fissata l’udienza dell’opposizione alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla morta di Simon Gautier. Si terrà il prossimo 24 novembre. I genitori dell’escursionista francese, deceduto in un dirupo a San Giovanni a Piro, chiedono ulteriori indagini, ritenendo che ci siano delle responsabilità nella gestione dei soccorsi, al contrario della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania. “Le analisi delle attività compiute dai vari reparti – si legge nella richiesta di archiviazione del PM – non hanno consentito di rilevare elementi di responsabilità di tipo omissivo nella macchina dei soccorsi, ma solo delle sfavorevoli congiunture che hanno determinato un ritardo incolpevole nelle operazioni di ricerca e ritrovamento del corpo di Gautier”. Inoltre per la Procura non ci sarebbero stati i tempi per salvarlo. La pensa diversamente l’avvocato Sica, che nell’udienza del 24 novembre spiegherà le ragioni della sua opposizione. Per il legale dei genitori di Gautier sono stati commessi una serie di errori nella fase iniziate dell’intera vicenda. Nel mirino gli operatori del 112 e del 118 che, secondo i genitori del ragazzo, avevano ricevuto dal figlio le giuste indicazioni per geolocalizzarlo in tempi brevi”. “Secondo le nostre tesi – afferma l’avvocato Sica - l’intervento immediato di un elisoccorso sarebbe stato sufficiente per salvarlo, per questo chiediamo ulteriori indagini”. Simon Gautier è stato ritrovato senza vita nell’agosto del 2019, dopo 10 giorni di ricerche. Il suo corpo era in un dirupo a pochi metri dal Pianoro di Ciolandrea dove l’estate scorsa si è svolta, alla presenza della madre, una cerimonia alla sua memoria. Ed è proprio da quel meraviglioso luogo che il 27 enne francese ha pronunciato le sue ultime parole, quelle con le quali ha chiesto aiuto con il suo cellulare.
Antonietta Nicodemo
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