Cilento fuori dall'alta velocità di Rfi. I sindaci chiedono chiarimenti. Aloia : " Stiamo elaborando un documento ".
I Sindaci del Cilento iniziano ad organizzarsi per comprendere le ragioni per le quali il territorio da Agropoli a Sapri è fuori dal progetto di fattibilità di Rfi per l’alta velocità Salerno – Reggio Calabria. “ Stiamo stilando - spiega il sindaco di Vallo della Lucania- un documento da inviare alle autorità competenti “
Intanto a Sapri il gruppo di minoranza confida in una seduta urgente del consiglio comunale, così come richiesto al Sindaco sabato scorso. Mentre dalla regione continuano ad arrivare notizie confortanti alle istituzioni del vallo di diano. Danno per certo il passaggio sui terreni valdianesi dell’importante infrastruttura con una stazione tra Atena e Sala.
l'intervista al Sindaco di Vallo della Lucania Antonio Aloia
Scario-Bosco, una frana blocca la strada. Dopo tre mesi di calvario si avvia ad aprire il cantiere.

Una frana blocca la viabilità tra Scario e Bosco. Stiamo parlando dei quattro chilometri di strada in località Spineto interdetti al traffico a causa del movimento franoso verificatosi lo scorso 31 gennaio. Il percorso alternativo è di circa 15 km, e quindi per raggiungere la frazione scariota e viceversa ci si impiega circa mezz’ora, quando basterebbero pochi minuti se la strada fosse sistemata. Residenti e automobilisti sono esasperati e continuano a chiedere con insistenza i lavori di messa in sicurezza. Un cantiere che potrebbe aprire a breve. Il comune infatti sta per portare a termine la pratica per l’avvio dei lavori si somma urgenza. Il 4 febbraio scorso con una delibera di giunta è stato richiesto la dichiarazione dello stato di calamità naturale e
Covid, A Santa Marina - Policastro 58 casi e scuole chiuse. Impennata a Sassano e a Montesano il Sindaco si trasferisce a Tardiano con la polizia.
Nel basso salernitano sono cinque i focolai covid attenzionati. Cluster che hanno fatto slittare il ritorno in presenza della didattica. Nel comune di Santa Marina nel corso del fine settimana i contagiati sono saliti a 58. Il numero più consistente è concentrato nel capoluogo, avrebbero superato i 40. Alla frazione Policastro, invece, i pochi casi rimasti si avvierebbero verso la guarigione, una situazione rassicurante, che ha permesso la riapertura della scuola appena dopo le vacanze di Pasqua. A Santa Marina, invece, vista la delicata curva epidemiologica sono rimaste chiuse. Tra i numerosi contagiati del capoluogo ci sono anche sei bambini che frequentano la scuola del paese, composta dall’ infanzia e una pluriclasse delle primarie. Due persone, una di Policastro ed un’altra di Santa Marina, sono ricoverate presso il centro covid dell’ospedale di Agropoli. << Lo screening di massa eseguito nel capoluogo – spiega il sindaco - ha fatto emergere una situazione di pericolosità legata al veloce e crescente aumento del numero dei positivi >>. Il numero dei contagiati potrebbe continuare a salire. Si attendono ancora gli esiti dei tamponi non analizzati o ancora da effettuare . Da domani scuole chiuse in tutto il Comune, anche quelle di Policastro.Intanto in paese c’è chi critica le autorità competenti per l’assenza di una puntuale e quotidiana comunicazione dei dati relativi ai contagi, dato che il focolaio non è stato ancora circoscritto. Diverse anche le telefonate che giungono alla nostra redazione da parte di cittadini che chiedono di conoscere l’andamento quotidiano del contagio, non potendo reperire il relativo dato sui siti istituzionali.A Sassano negli ultimi giorni c’è stata un’impennata, sono ben oltre ottanta i positivi. Anche qui il sindaco Domenico Rubino ha prorogato la precedente ordinanza di chiusura delle scuole. Si tornerà in classe il 20 aprile. << La decisione – precisa – è stata presa in seguito ad un’attenta analisi dei dati dei cittadini contagiati e di quanti si trovano in quarantena fiduciaria>>. Da oggi su tutto il territorio comunale saranno intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine. A Montesano sulla Marcellana i malati sono scesi a ottantadue e le scuole fino alla prima media, come da dpcm, continuano a rimanere aperte. La frazione Tardiano è la più colpita. Ed è proprio qui che il sindaco Giuseppe Rinaldi, in segno simbolico di speranza, ha trasferito momentaneamente il suo ufficio e quello della polizia municipale. << Ho fatto questa scelta anche per una più rapida assistenza alle tante persone in quarantena >>. Il focolaio di Sanza ieri ha registrato un altro contagiato. Sono saliti a 26 positivi. A Roccagloriosa i positivi sono 24. In questi ultimi due comuni i sindaci hanno prorogato la sospensione della didattica in presenza fino al 17 aprile.
Diano, patto con i clan per lucrare sul mercato degli idrocarburi.37 arrestati, anche un carabiniere di Polla trasferito a Napoli. Ecco i dettagli.
Questa mattina la Guardia di Finanza di Salerno e il Nucleo Di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto su delega delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Potenza e Lecce con oltre 410 uomini hanno dato esecuzione a due ordinanze applicative di misure cautelari nei confronti di 45 persone ( 26 finite in carcere, 11 ai domiciliari, 6 destinatarie di divieto di dimora e due appartenenti al Corpo sottoposte a sospensione dall’esercizio delle rispettive funzioni per la durata di sei mesi). Sono indiziate dei reati di associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi in materia di accise ed IVA sugli olii minerali, intestazione fittizia di beni e società, riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. Le indagini hanno fatto emergere l’infiltrazione del clan dei Casalesi e del Clan Cicala , attraverso dei gruppi criminali ad essi connessi, nei Distretti di Lecce e Potenza, nella Provincia di Taranto e nel Vallo di Diano nell’ambito di un contrabbando di idrocarburi di proporzioni gigantesche. Sfruttando le maglie di una normativa che puntava ad incentivare le attività agricole, clan e imprenditori vendevano ingentissime quantità di carburante per uso agricolo, che beneficia di particolari agevolazioni fiscali, a soggetti che poi lo immettevano nel normale mercato per autotrazione, assai spesso utilizzando le cd ‘pompe bianche’, evadendo Iva e accise e
frodando lo Stato. Nel tarantino operava Michele Cicala . Il suo gruppo criminale, è emerso, si era alleato con l’altro, operante nel Vallo di Diano e tra Campania e Basilicata . Con la clonazione di alcuni documenti riuscivano a fatturare fittiziamente la vendita del carburante per uso agricolo a ignari, imprenditori agricoli, mentre i realtà il prodotto veniva venduto in nero a operatori economici che lo immettevano fraudolentemente nel mercato per autotrazione con guadagni di circa il 50% sul costo effettivo di ogni litro di benzina e nafta venduti. Inoltre, attraverso meccanismi informatici, ingannavano il sistema telematico dell’Agenzia delle Entrate, che non era in grado di consegnare la fattura elettronica all’ agricoltore apparente destinatario del carburante che, quindi, rimaneva inconsapevole della finta operazione di vendita effettuata utilizzando il suo nominativo. I camion agivano in modo da simulare lo scarico del finto prodotto agricolo e il carico del gasolio per autotrazione sostando a favore di telecamere. In caso di controlli da parte delle forze dell’ordine l’autista del mezzo era pronto ad azionare un apposito congegno per iniettare del colorante nel gasolio visto che il carburante agricolo ha una colorazione diversa da quello per autotrazione .Se arrivava a destinazione senza controlli la documentazione veniva strappata e l’operazione non registrata completando così la vendita in nero. L’illecita attività ha fruttato rilevantissimi profitti, quantificati in circa € 30.000.000 ogni anno.
Daria Scarpitta
Patto con i clan criminali per lucrare sul mercato degli idrocarburi. Nel mirino dell’Antimafia la società Carburanti Petrullo di San Rufo e il suo titolare Massimo Petrullo. Sono loro ad essere definiti dagli inquirenti il canale privilegiato attraverso cui la criminalità si è infiltrata nel tessuto economico-sociale del Vallo di Diano. Le società di carburanti del Gruppo Petrullo sono subito balzate all’attenzione delle forze dell’ordine, per l’inspiegabile aumento dei fatturati e degli investimenti nel giro di pochi anni . E’ emerso così che il boom era coinciso con l’ingresso nelle compagni societarie di Petrullo, quali soci e gestori di fatto, della nota famiglia casertana dei Diana, che aveva investito nell’impresa, in forma occulta, capitali provenienti molto probabilmente da pregresse attività illecite, specie nel settore del traffico di rifiuti. I Diana erano stati già inquisiti infatti per aver avvelenato la propria terra d’origine con il traffico di rifiuti e per i legami con i Casalesi. Nel 2015 ci sarebbero stati i primi contatti tra Petrullo e i Diana ed i rapporti commerciali tra questi ed aziende del casertano e poi quelli stabili con le aziende riferibili al clan mafioso tarantino. Alla fine del 2017 scattò una verifica fiscale sulla Petrullo, poi dall’inizio del 2019 sono state eseguite una serie di attività tecniche da parte dell’Antimafia che hanno condotto in 14 mesi a contestare oltre ai reati di contrabbando, frodi all’IVA, estorsioni e truffe, anche quello di associazione a delinquere aggravata dalla finalità di agevolare il clan dei Casalesi, attraverso la penetrazione nel Vallo di Diano ancora immune da tale fenomeno di una imprenditoria criminale apripista del sodalizio mafioso. I capitali illeciti delel attività compiute venivano reimpiegati nell’acquisizione di beni immobili e quote societarie, tanto che la famiglia Diana erano riusciti ad affermarsi gradualmente come player commerciale di riferimento nella compravendita illegale di idrocarburi nel Vallo di Diano, alterando pertanto le dinamiche del libero. Petrullo,però, resosi conto di aver quasi completamente perso la concreta gestione della propria società (ormai di fatto in mano ai Diana), aveva tentato di accordarsi ln segreto con i tarantini. Di qqui le fibrillazioni tra i due clan , sfociate anche nel tentativo di assoldare un killer per uccidere Raffaele Diana, proposito poi archiviato epr evitare di di sollevare eccessve attenzioni sulle attività illecite perpetrate estrwmabente lucrose per mabo le parti. Nella vicenda si inseriscono una serie di episodi, come la gara irregolare per la fonritutra di carburanti al Cosorzio di Bonifica del Tirreno Cosentino e vicede qcome quella del carabinere infedele, di Polla e in servizio presso la comapgnia di sala consilina fino al 2018, quando venne trasferito a Napoli in incarico non operativo. Il militare, finito ora agli arresti , faceva da informatore su eventuali indagfini in corso in cambio di svariate taniche di gasolio poi vendute a terzi.
Daria Scarpitta
Vallo di Diano, un cimitero di rifiuti. Sette indagati per traffico illecito. Per sei scattano gli arresti.
Stavano trasformando il Vallo di Diano in un cimitero di rifiuti. A finire nei guai sono state sette persone dello stesso territorio , tra cui noti imprenditori. E’ il caso di Pasquale Quagliano di Sassano, della Betonvall Calcestruzzi ubicata a Sant’Arsenio. Su richiesta della direzione distrettuale antimafia il Gip del tribunale di Potenza ha ordinato l’arresto in carcere per Luigi Cardiello , residente a Ispani ma domiciliato a Sant’Arsenio ed ha disposto i domiciliari per Gianluigi Cardiello residente a Santarseni, Giovanni Cardiello di San Pietro al Tanagro, Pasquale Quaglliano, Francesco Pinto di Padula e Raffaele PInto anche lui residente a Sant’arsenio e come Francesco PInto domiciliato a Salerno. Per il settimo indagato, Simone Nisi, residente a Sala Consilina è scattato l' obbligo di dimora. Sono accusati di traffico di rifiuti e inquinamento ambientale. Secondo quanto venuto fuori dall' inchiesta, coordinata dall' antimafia, avevano creato le condizioni per favorire lo sversamento illecito di rifiuti pericolosi in alcuni terreni del Vallo di Diano, in particolare ad Atena Lucana e Sant'Arsenio. Un 'indagine alla quale ha dato un grosso contributo la compagnia dei Carabinieri di Sala Consilina. Nel 2019 Gli uomini del comandante Cristinziano riuscirono ad intercettare a a sequestrare 18 mila litri di solventi chimici pronti per essere sversati in un terreno di Atena lucana. Seguirono una serie di accertamenti su alcuni terreni, anche da parte dell'Arpac. Indagini che hanno dimostrato la presenza di rifiuti interrati nel Vallo di Diano, alcuni sepolti in passato . Secondo gli inquirenti l'organizzazione arrestata questa mattina era pronta ad estendere l'illecita attività in provincia di Foggia e nel comune di Tursi
antonietta nicodemo
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