<< Sono orgogliosa di aver partorito a Sapri, in un reparto continuamente a rischio chiusura. La premier Meloni e il Governatore De Luca dovrebbero visitarlo per comprendere che nelle strutture sanitarie periferiche l’umanità e la professionalità del personale, se si potessero quantificare, farebbero raggiungere tutti i numeri imposti dalla legge Balduzzi per il mantenimento di un reparto di maternità >>. Ilaria di Florio, 38 anni di Salerno, madre di cinque figli, tutti nati con parto cesareo presso l’ospedale Immacolata, fa fatica a comprendere le ragioni che tornano a mettere a rischio il mantenimento del presidio del Golfo di Policastro. << Lo scorso anno i medici e le ostetriche mi hanno salvato la vita. Si trattava di una gravidanza a rischio. Un quinto cesareo che l’equipe ha saputo affrontare con grande professionalità. E’ grazie a loro che oggi posso abbracciare Ismael >>. Il legame di Ilaria con il reparto di maternità saprese è iniziato nel 2013 con la nascita di Rita ed è proseguito con il parto di Eleonora, Andrea, Emmanuel e Ismael. Per le ultime due gravidanze è stata seguita al Ruggi di Salerno dal dottor Mario Polichetti, allora responsabile dell’unità di gravidanza a rischio, ma al momento del parto ha raggiunto l’Immacolata. << Non solo ti garantiscono la giusta assistenza medica ma anche accoglienza e disponibilità, che rappresentano un limite nei grandi ospedali. Per salvare i presidi di periferia basterebbe cambiare i criteri di selezione. Se si continua a fare leva solo sui numeri, le aree interne, perdono in partenza. Invece è proprio nei piccoli territori che bisogna avviare una politica che assicuri i servizi. Il diritto della salute deve essere garantito a tutti >>. Ilaria spera che la sua testimonianza possa contribuire a far cambiare rotta al destino del punto nascita e se sarà necessario sarà la prima a scendere in piazza a protestare. << Governo e regione sanno bene che si tratta dell’unico nosocomio nell’area più a sud di Salerno, vicino a tanti piccolissimi comuni molto distanti dai grandi ospedali dotati di punti nascita ritenuti sicuri, è il caso di Battipaglia e Vallo della Lucania. Ma una donna alla quale si rompono le acque improvvisamente, ad esempio, farebbe in tempo a raggiungerli? Sarebbe opportuno che le autorità competenti, invece di perdere tempo con i numeri, investino di più nei servizi che servono ai territori. E’ il reparto di maternità, nel Golfo di , è necessario >>. Da questa esperienza vissuta nell’ospedale di Sapri Ilaria ha fondato la associazione “ Un abbraccio alla vita “ che sarà ufficializzata prossimamente. << Ha l’obiettivo di aiutare le donne in difficoltà >>. Polichetti in questi giorni ha ribadito che : << I punti nascita di Sapri e Polla, che contano meno di 500 parti annui, devono chiudere, perché non sono sicuri per le pazienti >>. Alla domanda cosa pensa della storia di Ilaria, che all’unità di gravidanza a rischio di Salerno, ha preferito un ospedale di periferia, lui risponde: << La professionalità dei miei colleghi ha convinto la paziente ad affidarsi all’equipe di Sapri, però credo, che anche chi lavora nella sanità cilentana debba sentirsi gratificato >>. Per il noto ginecologo, infatti, i due PN possono rimanere aperti se si rendono sicuri: << All’ennesima richiesta di deroga, devono seguire soluzioni che vanno in questa direzione. Gli strumenti ci sono per raggiungere questo obiettivo >>.
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