
Il connubio tra natura e tecnologia, un binomio al centro di mille riflessioni e interrogativi che la dirigente scolastica Maria DE Biase ha proposto invece come soluzione per combattere la spersonalizzazione e lo straniamento di queste società dove gli schermi e il virtuale rischiano di far smarrire i più giovani. La preside dell’istituto comprensivo di Santa Marina Policastro nei giorni scorsi è stata invitata dalla Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati ad un’audizione sull’innovazione didattica. Si tratta di una modalità con cui le Commissioni attivano così delle indagini conoscitive. Si affidano ad esperti del settore per individuare nuovi modelli da seguire, le strade da percorrere per il futuro, gli indirizzi da dare a prossimi provvedimenti legislativi. Ad offrire la propria conoscenza, ad indicare una proposta è stata chiamata anche la De Biase che ha affiancato dirigenti scolastici provenienti da Bologna come da Palermo. La sua piccola realtà scolastica si è trovata così assisa al fianco di istituti più grandi e problematici ma ha saputo dare il suo contributo al dibattito . L’innovazione presentata dalla De Biase è stranamente un ritorno alle origini,una conservazione del buono del passato per guardare al futuro con più serenità. E dunque il progetto di una scuola sostenibile con gli orti e l’ecomerenda, l’orchestra con gli strumenti fatti con materiali riciclati e il sapone biologico per riutilizzare l’olio esausto che le abbiamo sentito raccontare più volte sono arrivati anche alla Camera dei Deputati. Presentati come un’occasione non per tornare indietro ma per mitigare gli effetti dell’uso delle tecnologie mai demonizzate dalla scuola della De Biase ma solo addolcite e trattate come semplici strumenti.
daria scarpitta