Punto nascita di Sapri, il sit-in disorientato da una nota del Ministero della Salute sul ricorso al Tar. “Privo di fondamento, da rigettare”.

E’ il giorno del sit-in in Villa Comunale, un giorno per ribadire l’importanza del punto nascita di Sapri a pochi giorni dalla sentenza definitiva del Tar che potrebbe riaprirlo o chiuderlo definitivamente. Ma mentre si radunano quanti hanno lottato in questi mesi arriva improvvisamente, portata dal sindaco di Sapri, la notizia di un documento del Ministero della Salute che taglia le gambe alla lotta definendo il ricorso presentato dai Comuni del Distretto Sapri-Camerota al Tar, “privo di fondamento nel merito e da rigettare integralmente”.In realtà di tratta di un documento del Ministero che  risponde all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli per la propria difesa dinanzi al Tar. Nella nota , in cui si definisce “contraddittorio” e “opportunistico”  il comportamento della Regione Campania, che prima ha decretato la chiusura del punto nascita nella speranza di uscire dal Piano di Rientro e poi ne ha chiesto il mantenimento in deroga, sembra che vengano annullate tutte le speranze. Il Ministero infatti definisce “insussistenti i presupposti per il riconoscimento della deroga richiesta” visto che non sono cambiati rispetto al passato,  quando la medesima richiesta venne rigettata dal Comitato nazionale Punti Nascita.  Per il Ministero non sarebbe intervenuta rispetto al 2018 nessuna variazione del disagio orografico del territorio, disagio mai riconosciuto dal Comitato Punti Nascita. Visto poi che “il paramento dei 500 parti l’anno è uno standard di sicurezza – conclude il Ministero – eventuali deroghe possono essere acconsentite solo in circostanze assolutamente eccezionali mentre la Regione Campania intenderebbe mantenere aperta la quasi totalità dei punti nascita  sottosoglia.” Il documento ha disorientato la piazza  e dimostrato ancora una volta che il punto nascita di Sapri si trova proprio nel mezzo della lotta politica.