La storia ci appartiene ed è nostro compito riappropriarcene. E’ questo quanto si annusa tra le antiche rovine che l’Associazione Etruria Nova per il terzo anno consecutivo sta portando alla luce a Policastro Bussentino lungo il tracciato delle mura. Nuovi elementi sono emersi. In un’ area di scavo iniziata proprio quest’anno e rimasta top secret sono state ritrovate delle tombe, probabilmente una necropoli per gente comune visto che non sono emersi ori o particolari decori quanto principalmente resti umani. Lungo le torri invece è venuta fuori altre parti di un edificio, rivelato già nel 2012, che dalla consistenza delle mura e dalla grandezza degli ambienti potrebbe essere monumentale , di valenza pubblica o comunque di pregio. Lo dimostra l’esistenza di un intonaco al cui interno sono visibili dei fori praticati un tempo per sorreggere dei marmi colorati in uso come decorazione. All’interno dell’edificio si vedono chiaramente due porte e una struttura circolare, la cui funzione deve essere ancora definita. Potrebbe trattarsi di un pozzo come di un basamento. Tuttavia Il ritrovamento anche di quella che sembra essere una vasca con intonaco idraulico fa propendere per l’ipotesi che possa trattarsi di terme pubbliche o private. Quello che appare invece anche dai ritrovamenti più recenti e dai materiali è la vitalità economica che doveva caratterizzare l’antica Policastro animata da scambi e commerci come testimoniano le numerose suppellettili ritrovate provenienti dall’Africa, dalla Spagna, dalla Grecia e un po’ da tutto il Mediterraneo, oltre che dalla Pianura Padana, dalla Toscana, dalla Puglia. Individuate dopo un duro lavoro, catalogate e qualche volta anche ricostruite per intero figurano anfore da vino, da olio o per salse di pesce, piatti, lavamani, bottiglie, pentole e anche qualche moneta. Durante un’operazione di pulizia siamo riusciti a rubare l’immagine di un mosaico ancora in parte coperto ma costituito da tessere bianche e nere che pare sia risalente come la struttura al IV secolo d.C. Al di sopra della struttura romana è poi visibile un altro ritrovamento . Risale alla metà del 1500 e appare come un edificio a due piani, un’abitazione privata forse con botteghe a piano terra o stalle. Il secondo piano che era crollato verrà ricostruito attraverso una simulazione 3d per dare un’idea più completa, a cui collaborerà anche la prima pubblicazione su questi ritrovamenti di prossima uscita. L’impressione generale è che ovunque in questo contesto vi sia storia. Mentre camminavamo al di sopra degli scavi tra i nostri piedi è stata ritrovata una tessera di mosaico che sarebbe sfuggita ad occhi meno esperti e c’è chi vocifera che tra i materiali ritrovati vi siano oggetti risalenti a diverse epoche, perfino alla preistoria. Policastro si conferma affascinante cittadina con un passato ricco che negli anni si continuerà a portare alla luce. Questo grazie anche all’aiuto dei bambini del luogo che hanno imparato a setacciare e a ripulire gli oggetti e ai numerosi volontari che vengono dagli Stati Uniti, dal Belgio, dalla Germania e da altre parti del mondo e dell’Italia.
Daria Scarpitta