
Si avvia a conclusione l’indagine sulla morte di Simon Gautier . L’inchiesta della Procura di Vallo della Lucania pare destinata all’archiviazione. Fino ad oggi non sarebbero venuti fuori elementi che affidano a terzi le responsabilità della tragedia. In particolare non sarebbero emersi errori nella gestione dei soccorsi. Fin dall’inizio del drammatico episodio, infatti, sono finiti sotto accusa i ritardi nell’intervento dei soccorritori. Ma sembrerebbe che tutti hanno seguito il protocollo. E poi non ci sarebbero dubbi che Simon è morto poco dopo la telefonata con l’operatore del 118. Per lui non ci sarebbe stato il tempo per salvarlo. La dinamica è ben chiara agli inquirenti ma per porre la parola fine occorre attendere l’esito delle analisi eseguite su alcuni tessuti prelevati durante l’esame autoptico. Risultati che dovrebbero essere a disposizione del Procuratore Ricci entro la fine del mese. I fatti risalgono all’agosto scorso. Il giovane francese raggiunse la stazione ferroviaria di Policastro e dopo aver dormito la notte su una spiaggetta di Scario si incamminò lungo il sentiero che aveva deciso di attraversare per raggiungere a piedi e da solo la costa di Napoli. Una avventura che terminò appena iniziata. Dalla montagna sovrastante la costa scariota cadde in un crepaccio dopo l’escursionista fu ritrovato cadavere dopo nove giorni di intense ricerche. La caduta gli provocò la rottura dell’arteria femorale che gli avrebbe causato la morte nel giro di pochi minuti. Questa mattina l’avvocato Maurizio Sica, legale rappresentante del padre del ragazzo, ha depositato presso la Procura di Vallo della Lucania l’istanza con cui chiede la restituzione dei beni di Gautier : lo zaino e tutto ciò che c’era al suo interno e soprattutto il telefonino. Che è stato il reperto chiave dell’inchiesta. E’ servito a ricostruire i tempi dei fatti accaduti prima della drammatica scomparsa del 27 enne. Sul suo cellulare erano registratele telefonate da lui effettuate prima di morire e anche quelle da lui ricevute appena dopo la chiamata al 118, tra cui quelle dei Carabinieri e di amici, alle quali Simon non ha mai risposto. Il medico legale Maiese ha consegnato al Procuratore la sua relazione sulla quale vige il massimo riserbo.
antonietta nicodemo