Capaccio, morì per un intervento di riduzione dello stomaco. Condannati due medici della Cobellis per il decesso di Michele.

Condannati per omicidio colposo i medici della Cobellis che  operarono il 40enne di Capaccio Paestum Michele Alfano, sottopostosi nella clinica di Vallo ad un intervento di riduzione dello stomaco a novembre 2016. Si è chiuso dopo quasi otto anni il processo di primo grado. Il giudice ha condannato per il reato di omicidio colposo il professore Luigi Cobellis ( medico che eseguì l’intervento e titolare della clinica) ad un anno e 8 mesi e il dottore Rocco Cimino, chirurgo ed ex sindaco di Teggiano ad un anno. Assolti invece gli altri due medici imputati Giovanni Novi di Ascea e il medico esterno proveniente dal napoletano Luigi Angrisani. Nella vicenda in un primo momento erano stati indagati in 14 tra medici ed infermieri che intervennero su Alfano in quei 13 giorni che intercorsero tra l’operazione e il decesso. Per 10 di loro scattò poi il proscioglimento mentre in 4 vennero rinviati a giudizio. Ora la sentenza che stabilisce condanne e assoluzioni dopo che il pm aveva chiesto invece per tutti e 4 gli imputati 1 anno e 9 mesi. Il giudice ha anche stabilito il pagamento da parte della Casa di cura Cobellis di una provvisionale di  30mila euro per la  vedova di Alfano , di 30mila euro per ciascuno dei tre figli, di 40mila euro per i genitori e di  20mila euro ciascuno al fratello Alfonso  e alla sorella Carmela. In sede civile verrà poi quantificato il risarcimento per i danni morali subiti. Michele Alfano, titolare del bar 0828 a Capaccio , sposato e padre adottivo di tre fratellini brasiliani che erano la sua ragione di vita,  entrò in sala operatoria con al speranza di ridurre i suoi problemi di obesità a cui si aggiungevano una serie di patologie pregresse che lo rendevano un paziente ad alto rischio. Appena uscito, fece in tempo a lanciare un messaggio positivo prima che le sue condizioni precipitassero. Secondo le accuse l’intervento gli provocò una fistola gastrica sulla parete dello stomaco ma i medici non se ne accorsero in tempo nonostante i segni di infiammazione e quindi intervenne la morte per insufficienza multiorgano complicata da lesione gastrica e conseguente peritonite chimica nonché polmonite bilaterale. La famiglia, disperata, ha invocato per tutti questi anni giustizia. I medici dovranno attendere la pubblicazione della sentenza per presentare eventuale ricorso in appello .